I PARAMETRI DEL TRADUTTORE



Nell'articolo precedente vi ho parlato di quello che è il mestiere del traduttore e ho promesso che nel prossimo vi avrei parlato dei parametri che il traduttore deve rispettare per ottenere una buona traduzione. Ed eccomi qui 😉

Innanzitutto c'è bisogno di spiegare che cosa significa tradurre e che cos'è una traduzione. Non è facile assegnare una definizione universale alla parola traduzione, ma l'accezione più diffusa nei dizionari della lingua italiana è: "l'azione, l'operazione e l'attività di tradurre da una lingua ad un'altra un testo scritto o anche orale". "Voltare, trasportare da una lingua ad un'altra. Dare l'equivalente di un testo, una locuzione, una parola". Ecco, non è del tutto corretto.

Il maestro Umberto Eco, invece, da una definizione diversa al termine traduzione: per lui (ed io sono pienamente d'accordo) non è un semplice trasportare una parola da una lingua ad un'altra, ma è "dire quasi la stessa cosa in un'altra lingua". Per dimostrare la sua tesi, Eco ci propone l'esempio di una frase idiomatica inglese: "it's raining cats and dogs". Sarebbe sciocco, dice, quel traduttore che letteralmente, in italiano, pensando di dire la stessa cosa, la traducesse con "piovono cani e gatti" quando l'equivalente sarebbe "piove a catinelle/piove a dirotto o piove come Dio la manda". Ecco perché se si dovesse tradurre all'italiana, si perderebbe il senso reale della frase inglese. Ed è proprio da questo che deriva il suo dire quasi la stessa cosa. 

Sono numerosi i parametri che un traduttore deve rispettare per eseguire una traduzione e di seguito vi elenco quelli che per me sono fondamentali: 

1) LEALTA': più che di fedeltà al testo fonte (per quanto si possa rimanere fedeli al testo originale, la traduzione essendo un processo di negoziazione, va sempre incontro a delle perdite o compensazioni) mi sentirei di parlare, così come scrive Marco Ottaiano, di lealtà al testo di partenza. Ciò vuol dire che il traduttore non deve assolutamente stravolgere il senso, gli intenti del testo fonte. Molti autori, infatti, più che di equivalenza di significato, parlano di 'skopos theory' o di 'equivalenza funzionale', la traduzione cioè deve produrre lo stesso effetto a cui mirava l'originale;

2) CONTESTO: il traduttore prima di iniziare la traduzione di un testo, deve leggerlo per intero in modo da capire il contesto in cui si trova a lavorare. Una volta capito il contesto, la situazione si semplifica, poiché il traduttore ha la possibilità di scegliere quale accezione di una parola (sappiamo che può averne infinite 😃) possa risultare più consona a quel determinato contesto. Proprio per questo motivo consiglio sempre di non fare affidamento ai famosi traduttori automatici, quali per esempio Google Traduttore o Babel Fish. I traduttori automatici, infatti, sono privi delle cosiddette 'selezioni contestuali', di conseguenza, non sapendo che una parola può avere diverse accezioni, non sono in grado di effettuare la scelta più giusta per un determinato contesto;

3) TIPO DI TESTO E PUBBLICO CUI E' RIVOLTO: altro parametro da rispettare è proprio quello di capire che tipo di testo si ha di fronte (se si tratta di un testo giornalistico, tecnico, descrittivo, narrativo) e il pubblico cui quest'ultimo è rivolto. Questo passaggio ci aiuterà a capire che tipo di linguaggio utilizzare: più forbito con l'aggiunta di tecnicismi se il testo è rivolto a persone colte, meno forbito e senza tecnicismi se il testo è rivolto a persone appartenenti a classi sociali meno abbienti e un linguaggio semplice e pulito se il testo è rivolto ai bambini;

 4) SAPER COGLIERE LE SFUMATURE CULTURALI DI UNA LINGUA: Umberto Eco spiega che il compito del traduttore non è solo quello di trasportare qualcosa da una lingua ad un'altra, ma anche da una cultura ad un'altra. Per farvi capire cosa intende, pongo un esempio: nella mia tesi triennale proposi di analizzare la traduzione di due scene di uno dei film più belli e romantici della storia: Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders (se non lo avete visto provvedete subito 💓) dal tedesco all'italiano. Nella prima scena, il protagonista Damiel si ferma ad un chiosco per prendere un caffè e la barista gli chiede se lo desiderava con latte e zucchero e lui, in tedesco, le risponde SCHWARZ. Schwarz letteralmente significa nero, dunque presuppone senza latte e senza zucchero. Ma come renderlo in italiano? Voi rispondereste: "facile, semplicemente con senza latte e senza zucchero". Mi dispiace deludervi, ma non è così semplice! Premetto che si trattava di un testo da tradurre per un doppiaggio, dunque un canone fondamentale da rispettare è il sincrono labiale (il rispetto dei movimenti delle labbra determinati dalla pronuncia), dunque se lo avessi tradotto con senza latte e senza zucchero non lo avrei rispettato poiché era troppo lungo rispetto allo schwarz tedesco. Ho optato così per RISTRETTO, confrontandomi anche con il copione (non originale) italiano del film. Ristretto non era la soluzione più giusta, poiché, per un italiano, il caffè ristretto ha un significato del tutto differente da quello senza latte e senza zucchero: per ristretto, infatti, si intende il caffè corto, ma non è detto che sia senza latte e senza zucchero. In italiano non esiste un termine specifico per dire di desiderare qualcosa senza latte e senza zucchero. Per quanto sbagliata possa essere la scelta fatta, era l'unica alternativa accettabile per far capire al pubblico italiano a che cosa alludesse Damiel. Il caffè ristretto, infatti, è una bevanda tipica italiana ed è quasi impossibile avere un vero caffè ristretto in altri Paesi esteri. Siccome nella cultura italiana esistono diversi tipi di caffè, lungo, decaffeinato, macchiato (con aggiunta del latte), schiumato, shekerato, corretto (con l'aggiunta di sambuca per esempio), il termine ristretto era l'unico che potesse più avvicinarsi alla richiesta del protagonista, senza cioè l'aggiunta di nulla. 

Tengo a precisare che questo esempio l'ho riportato solo per farvi capire che cosa significa saper cogliere le sfumature culturali di una lingua. Non sono assolutamente un'esperta del mondo audiovisivo e non è mia intenzione risultare tuttologa.

In conclusione diffidate da chi pensa che per fare il traduttore basta aprire il dizionario e "rispettare la grammatica di una lingua". Che poi, cosa intendete per grammatica di una lingua? Perché anche su questo punto temo ci serva qualche chiarimento! 

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